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Domenica, 28 Aprile 2024
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Equipe esterne per prelevare gli organi e donarli: è la prima volta in Lombardia

La collaborazione tra équipe di diversi nosocomi ha permesso di prelevare un cuore, un fegato e i due reni da un paziente morto al San Paolo, ospedale dove non è presente un centro di Cardiochirurgia

Per la prima volta in Lombardia, è stata effettuata una donazione multi-organo da un donatore a cuore fermo, in un ospedale senza il reparto di Cardiochirurgia. È successo nei giorni scorsi al San Paolo di Milano, presso la Terapia intensiva, grazie alla collaborazione e al trasferimento di équipe e macchinari esterni. Un evento che dimostra il potere della solidarietà e della collaborazione medica. La donazione da soggetto a cuore fermo ha ormai superato, in Lombardia, il 30% di tutte le donazioni di organi.

Il donatore è un uomo di 50 anni colpito da un arresto cardiaco con danni neurologici irreversibili. In vita, il paziente aveva dichiarato la volontà di donare organi e tessuti, pertanto i familiari hanno sostenuto la sua scelta e i medici hanno limitato i trattamenti intensivi. Si è quindi aperta la possibilità di una donazione multi-organo, con il cuore e organi addominali. 

A questo punto, data l'assenza di un centro cardiochirurgico al San Paolo, è stata coinvolta l'équipe del San Matteo di Pavia, una delle tre strutture lombarde del 'programma regionale di trapianto cardiaco', dotata di sanitari specializzati nell'utilizzo dell'Ecmo (extra-corporeal membrane oxigenation), un'apparecchiatura per la circolazione extra-corporea fondamentale per la 'riperfusione' degli organi e, in questo caso, per il riavvio del cuore prelevato insieme a fegato e reni.

Il cuore è stato quindi trapiantato al San Matteo di Pavia, il fegato al Policlinico di Milano e i reni al Niguarda di Milano e al Papa Giovanni di Bergamo. Dunque quattro pazienti in lista d'attesa hanno ricevuto gli organi e una nuova speranza di vita.

"Vogliamo esprimere la nostra profonda gratitudine a tutti i professionisti coinvolti in questo processo: anestesisti rianimatori, infermieri specializzati, cardiochirurghi, perfusionisti, cardioanestesisti, neurofisiologi, anatomopatologi, ecografisti e tutto il personale di supporto. La loro professionalità e dedizione hanno reso possibile questo atto di generosità che ha dato una nuova vita a chi era in attesa di un trapianto", dichiara Davide Chiumello, direttore del Dipartimento Emergenza Urgenza dell’Asst Santi Paolo e Carlo.

L'emozione dei medici

"Sono emozionato e commosso. Nel 2008 al San Matteo di Pavia ha avuto inizio la storia italiana della donazione di organi da donatore a cuore fermo, fino a quel momento impossibile tecnicamente. E in principio riguardava solo i reni. A distanza di circa 15 anni abbiamo assistito, e alcuni di noi erano presenti anche in quel settembre 2008, alla ripresa del battito del cuore dopo più di 20 minuti di arresto. Questo evento straordinario, frutto della collaborazione tra ospedali pubblici, ripaga i sacrifici di tutti gli operatori della rete trapiantologica e delle loro famiglie, dona speranza nuova a chi attende un trapianto d’organo, e rende omaggio imperituro a chi ha desiderato che la propria volontà di bene andasse addirittura oltre la morte", commenta Andrea Bottazzi, responsabile del Coordinamento Ospedaliero al Procurement del San Matteo di Pavia.

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